Contributi INPS Gestione Commercianti sugli utili non distribuiti delle S.r.l.: quadro normativo, giurisprudenza recente e prospettive
- Studio Romano & Associati
- 14 mag
- Tempo di lettura: 3 min
a cura di Federico Romano

Introduzione
Gli utili trattenuti a riserva dalle società a responsabilità limitata (S.r.l.) continuano, secondo l’INPS e le istruzioni ministeriali, a rientrare nella base imponibile dei contributi dovuti dai soci iscritti alla Gestione Commercianti, indipendentemente dalla loro effettiva distribuzione. Recenti pronunce di Commissioni tributarie regionali e di Corti di merito hanno però riconosciuto l’esclusione degli utili non distribuiti dall’imponibile contributivo, aprendo la strada a un possibile mutamento di indirizzo che potrà trovare conferma solo in sede di legittimità.
1. Quadro normativo e prassi dell’INPS
La base imponibile dei contributi per i soci lavoratori di S.r.l. è fissata dall’art. 3-bis del D.L. 384/1992 e dalle circolari INPS n. 102/2003, 84/2021 e 52/2023, che includono «la quota di reddito d’impresa attribuita al socio, a prescindere dalla sua distribuzione» . Il principio si collega al regime di trasparenza fiscale ex artt. 115-116 TUIR, che imputa l’utile per competenza e non per cassa .
2. Equiparazione alle società di persone
Come per le società di persone, il socio di S.r.l. che presta attività abituale deve versare i contributi sul reddito d’impresa imputato, anche se l’assemblea decide di accantonare l’utile a riserva . L’INPS ritiene dunque dovuta l’aliquota ordinaria (24 % – 25,98 % per il 2025) sul totale del reddito attribuito al socio lavoratore .
3. Giurisprudenza favorevole al contribuente
Negli ultimi anni si registrano decisioni di merito che escludono l’assoggettamento a contribuzione degli utili non distribuiti:
C.T. Reg. Toscana, sent. 555/2023
Trib. Foggia, sez. Lav., sent. 17 settembre 2024
C.T. Reg. Firenze, pronunce riportate da Confcommercio Toscana (2023)
Tali sentenze valorizzano l’autonomia patrimoniale perfetta della S.r.l. e il principio secondo cui l’utile resta nella sfera giuridica della società finché non è deliberata la distribuzione.
4. Rischi di contenzioso e incertezza in Cassazione
L’orientamento INPS non è ancora scardinato da pronunce di legittimità uniformi; la Cassazione ha sinora affrontato casi diversi, concentrandosi soprattutto sui soci non lavoratori. L’esito definitivo resta, quindi, incerto. Intraprendere un contenzioso significa sostenere costi e tempi lunghi, con probabilità di vittoria ancora non statisticamente rilevanti.
5. Implicazioni operative
Conservatività: i soci lavoratori che intendano evitare contestazioni dovrebbero continuare a versare i contributi anche sugli utili accantonati.
Accantonamento del rischio: in presenza di contenzioso potenziale, valutare accantonamenti o fideiussioni anziché l’immediato versamento può ridurre l’esborso di cassa, ma espone a sanzioni in caso di soccombenza.
Monitoraggio giurisprudenziale: tenere sotto controllo le future sentenze di Cassazione che potrebbero cristallizzare l’indirizzo favorevole al contribuente.
Conclusioni
Allo stato attuale, l’INPS esige i contributi sulla quota di utile non distribuito delle S.r.l. I primi segnali di apertura della giurisprudenza di merito lasciano intravedere possibili cambiamenti, ma finché non interverrà la Cassazione, il rispetto delle richieste contributive rimane la scelta più prudente.
Tabella riassuntiva
Voce | Stato attuale | Fonti principali |
Base imponibile INPS | Include utili non distribuiti accantonati a riserva | Circ. INPS 102/2003, 84/2021, 52/2023 |
Aliquota 2025 Gestione Commercianti | 24 % (artigiani) / 25,98 % (commercianti) | Circ. INPS 66/2022 |
Giurisprudenza favorevole | C.T. Reg. Toscana 555/2023; Trib. Foggia 2024 | Sentenze di merito |
Stato del contenzioso | Nessuna decisione definitiva della Cassazione | Confcommercio Toscana, Fisco e Tasse |
Consiglio operativo | Versare i contributi e monitorare l’evoluzione | Studio Romano & Associati |
FAQ
1. Devo pagare i contributi INPS se gli utili restano in azienda? Sì, l’INPS richiede il versamento anche sugli utili accantonati, salvo diverso futuro orientamento della Cassazione.
2. Le sentenze regionali sono sufficienti per evitare il pagamento? No. Finché la Cassazione non consolida il principio, il rischio di soccombenza rimane elevato.
3. L’obbligo vale anche per i soci non lavoratori? Dopo il 2020, per i soci “puramente capitalisti” iscritti alla Gestione Commercianti l’INPS esclude i redditi di capitale dall’imponibile.
4. Quale aliquota applicare nel 2025? 24 % per artigiani e 25,98 % per commercianti, oltre ai contributi fissi sul minimale.
5. È possibile rateizzare i contributi contestati? Sì, l’INPS consente piani di rateazione; occorre presentare istanza motivata e garantire eventuali interessi.
Studio Romano e Associati
Federico Romano
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